La
sua attività e dottrina è un magistrale
insegnamento
per gli uomini di ogni tempo e
particolarmente del nostro
25 ottobre 1987: Giuseppe Moscati,
medico nato a Benevento il 25 luglio 1880, viene
proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II.
Si tratta di un avvenimento d’eccezionale importanza perché il nuovo Santo non appartiene alla sfera dei religiosi ma, come si direbbe con terminologia moderna, si tratta di "uno di noi" cioè di un laico le cui elette virtù diventano modello da imitare e come tali vengono ufficialmente additate dalla Chiesa.
L'avvenimento è ancora più eccezionale per i campani poiché il santo è un corregionale. I medici della Campania, quasi tutti laureati presso l'Università di Napoli, hanno frequentato gli stessi ambienti che sono stati il luogo di lavoro del professore Moscati.
Al momento della Canonizzazione, sono ancora viventi persone che hanno avuto la fortuna di incontrare il Santo e persone che, essendo state da questi visitate, hanno il privilegio di conservare una Sua ricetta.
In questo stesso anno, voluto dal Rev. Dr. don Salvatore Iodice, sorge, in Santa Maria C.V., con sede presso la Rettoria degli "Angeli Custodi", il M.E.I.C. (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale).
Tale Associazione, a carattere cittadino, fa capo all'Autorità.
Ecclesiastica e quindi all'Ordinario diocesano. Otterrà il riconoscimento ufficiale dalla Dirigenza Nazionale nell'anno successivo ed allora l'Arcivescovo di Capua, S.E. Mons. Luigi Diligenza affiderà l'incarico di Assistente a don Salvatore Iodice e nominerà il primo Presidente nella persona di chi redige queste note. Seguiranno nell'ordine, il compianto Dr.Claudio Scapaticci e l'attuale Ing. Luigi Russo.
Il Gruppo di S. Maria muove i primi passi unitamente a quello di Capua, ma poi, diventa autonomo ed inizia un percorso che ci vede al ventesimo anno d’attività.
Moltissime iniziative sono state prese, già illustrate nel precedente articolo. Qui vogliamo ricordare, per sommi capi, il "rapporto" intercorrente fra il Santo Moscati e il MEIC, con la fattiva partecipa partecipazione della Rettoria.
La celebrazione del Santo, che cade il 16 Novembre, è diventata, per il MEIC, un appuntamento irrinunciabile che coinvolge non soltanto l'Associazione e la Rettoria ma l'intera città nonché la zona limitrofa.
La partecipazione di pubblico, davvero imponente, premia gli sforzi dei promotori i quali si propongono come obiettivo quello di divulgare la devozione per un Santo la cui attività e dottrina è un magistrale insegnamento per gli uomini di ogni tempo e particolarmente del nostro.
Spesso, oggi, i problemi di bioetica sono trattati in modo approssimativo; l'uomo, quasi cavia, viene posto al servizio della scienza e non la scienza al servizio dell'uomo, la macchina tende a sostituirsi all'uomo il che, se è sempre gravissimo errore in ogni circostanza del vivere sociale, diventa addirittura assurdo quando trattasi di materia medica dove il rapporto medico-paziente costituisce "un'alleanza" che coinvolge non solo medico ed ammalato ma anche i familiari di questo, per il superamento della malattia.
La cura totale dell’uomo
Si è soliti pensare al medico come quello che cura il corpo, mentre al prete spetterebbe la cura dell'anima.
Il professore Moscati, curando il corpo, non ha mai trascurato l'anima. Lui, che ogni mattina, prima di affrontare l'attività quotidiana, si recava nella Chiesa di S.Chiara per partecipare alla Messa e nutrirsi dell'Ostia consacrata, faceva quel "pieno" di spiritualità per farne successivamente partecipi quelle persone che avrebbe incontrato nell'espletamento della sua attività.
Lui, che era uno scienziato, ripeteva: "Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo, in alcuni periodi..."
Ogni anno il MEIC ricorda questa straordinaria figura di Santo (per due volte con la partecipazione dell'Associazione diocesana dei Medici Cattolici e la fattiva collaborazione del presidente Dr. Gianfranco Salzillo), cercando di arricchire il momento spirituale con quello culturale (conferenze, dibattiti, pubblicazioni, concerti, rappresentazioni sceniche). Relazionare su questo richiederebbe una pubblicazione a parte. Personalità del mondo ecclesiastico, scientifico, culturale hanno variamente illustrato la figura di San Giuseppe Moscati.
Concelebrazione presieduta da S.E.Mons Bruno Schettino. Nov. 2005
Credo che sia un sentire comune rivolgere il ringraziamento al già citato Monsignor Luigi Diligenza che ancora attualmente ci fa dono della sua presenza e lo stesso vale per S.E. Bruno Schettino, attuale Arcivescovo di Capua e gli altri Eccellentissimi Vescovi che hanno aderito all'invito rivolto dal MEIC.
Bisogna anche ricordare e ringraziare i Gesuiti di Napoli, custodi del Corpo del Santo i quali, spesso presenti alle manifestazioni, ne hanno riconosciuto la validità pubblicando resoconti ogni anno sulla loro rivista "II Gesù Nuovo" e facendoci dono di una Sacra Reliquia del Santo, reliquia che viene esposta durante i riti ed offerta al bacio dei fedeli.
Un grato ricordo per i teologi,
spesso presenti, così come per i dirigenti nazionali e
regionali del MEIC ed i docenti
universitari.
Fra questi ultimi mi è particolarmente gradito richiamare alla memoria l'Emerito Direttore della Clinica Medica dell'Università di Napoli (diventato Cappuccino) professore Felice D'Onofrio, per ben due volte presente fra noi. Ha tratteggiato in modo mirabile la figura di Quello che è stato suo predecessore sulla cattedra dell'Ateneo napoletano e che ha avuto il prestigioso incarico di far parte dello staff medico che ha operato una ricognizione sui resti mortali del Santo.
Una giornata dei riti celebrativi è riservata ogni anno agli ammalati, presenti grazie alla collaborazione dell'UNITALSI.
Ci auguriamo che, per la crescita della devozione popolare, le celebrazioni continuino nel tempo perché l'insegnamento di questo Santo è attuale oggi come lo sarà nel futuro.
Egli è presente e deve esserlo sempre fra noi. Illuminanti sono le parole del professore Quagliariello, collega ed amico di Moscati. Quando, alla morte di questo grande medico, la gente diceva "E morto un Santo" Quagliariello replicava: "II mondo non ha perduto un Santo, perché i santi non si perdono. Essi vivono nell'eternità e la loro opera di bene e di apostolato non finisce con la loro breve vita terrena".
Reliquia di San
Giuseppe Moscati,
che si conserva nella Rettoria