SOMMARIO |
RIFARE LA PACE
CON IL CREATO
L'uomo deve rispettare la bontà propria di ogni creatura, per evitare un uso disordinato delle cose, che disprezza il Creatore e comporta conseguenze nefaste per gli uomini e per il loro ambiente.
E’ scritto nel Libro della Genesi: “Il
Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo
coltivasse e lo custodisse” (Gn 2,15).
L’insegnamento è chiaro: tutta la creazione è affidata all’uomo, operatore e custode.
Di fronte al dissesto ecologico, dovuto all’odierna civiltà industriale e all’aggressività dell’uomo, che ha come conseguenza danni sulla vegetazione, sul clima, sulle fonti energetiche rendendo inospitali vaste aree del pianeta, il credente avverte fortemente il senso di responsabilità per un impegno efficace.
Ne scaturisce la necessità di una ecologia come nuova alleanza tra l’uomo e l’ambiente in cui vive, nel quale deve ricostruire la pace nel rispetto di tutto il creato.
L’atteggiamento etico nei confronti della
natura è anche un presupposto per la pacifica convivenza degli uomini. . “L'esperienza-
insegna Benedetto XVI- dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso
verso l'ambiente reca danni alla convivenza umana, e viceversa. Sempre più
chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace con il creato e la pace
tra gli uomini. L'una e l'altra presuppongono la pace con Dio…. La
distruzione dell'ambiente, un suo uso improprio o egoistico e
l'accaparramento violento delle risorse della terra generano lacerazioni,
conflitti e guerre, proprio perché sono frutto di un concetto disumano di
sviluppo. Uno sviluppo infatti che si limitasse all'aspetto
tecnico-economico, trascurando la dimensione moralereligiosa, non sarebbe
uno sviluppo umano integrale
e finirebbe, in quanto unilaterale, per incentivare le capacità distruttive
dell'uomo”(Mess. Giorn. Mond.della
Pace 2007).
Nella sua provvidenza Dio pensa a tutte le sue cose create e le cura, come osserva Gesù invitandoci a considerare la natura intorno a noi: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre… Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro”(Mt 6,26-29).
Anche il famoso Cantico dei tre fanciulli,che leggiamo nel biblico Libro di Daniele, è tutta una esortazione a contemplare Dio nella sua creazione, a lodarlo e benedirlo. Ne riportiamo uno stralcio:
Benedite, creature tutte
che germinate sulla terra, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, mari e fiumi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, uccelli tutti dell'aria, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, animali tutti, selvaggi e
domestici, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, figli dell'uomo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
(Dn 3, 76-82)
San Francesco d’Assisi nel famoso Cantico di Frate Sole ci offre un mirabile esempio del pieno rispetto dell’integrità del creato. In questa poesia-preghiera egli invita tutte le creature - animali, piante, forze naturali, il sole e la luna - a onorare e lodare il Signore. E’ l’espressione di un appassionato desiderio di pace totale con Dio e con il creato.
Laudato si, mi Signore, cun tutte le tue creature, spezialmente messer lo frate Sole lo quale è iorno, e allumini noi per lui. Ed ello è bello e radiante cun grande splendore: de te, Altissimo, porta significazione. . . . Laudato si, mi Signore, per sor Aqua, la quale è molto utile e umile e preziosa e casta... Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta e governa e produce diversi fructi con coloriti fiori ed erba... Laudate e benedicite mi Signore, e rengraziate e serviteli cun grande umiltate. [San Francesco d'Assisi]. |
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che “le varie creature, volute nel loro proprio essere, riflettono, ognuna a suo modo, un raggio dell'infinita sapienza e bontà di Dio. Per questo l'uomo deve rispettare la bontà propria di ogni creatura, per evitare un uso disordinato delle cose, che disprezza il Creatore e comporta conseguenze nefaste per gli uomini e per il loro ambiente”(n .339).Esiste inoltre un'unità e solidarietà fra le creature, poiché tutte hanno il medesimo Creatore, sono da Lui amate e sono ordinate alla sua gloria.
Rispettare le leggi iscritte nella creazione e i rapporti derivanti dalla natura delle cose, è quindi un principio di saggezza e un fondamento della morale (Compendio n. 64).
Convegno su Etica dell’Ambiente- 22 giugno 2007 ( Da
sinistra: dott. Donato Ceglie,
S. E Mons.Bruno Schettino, dott. Antonio Marfella, ing. Luigi Russo, avv.
Alfonso Martucci).
Sono sempre cari alla nostra memoria i componenti del MEIC defunti, i quali hanno efficacemente contribuito per la realizzazione delle tante iniziative culturali e religiose. In perenne comunione di fede, per loro offriamo le nostre preghiere al Signore ed essi continuano misteriosamente a collaborare con il Gruppo.
Sig,ra RENATA AVETA, componente Dott. GIUSEPPE CENNAME, consigliere Sig.na RAFFAELLA DE RENZI, componente Geom. CORRADO DI RAUSO, componente Sig. ANTONIO DI STASIO, componente Sig. ALFIO GULISANO, componente Dott. NICOLA PASQUARIELLO, consigliere Dott. CLAUDIO SCAPATICCI, presidente
|