SOMMARIO

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IL MEIC E’ MEMBRO DELLA CONSULTA DIOCESANA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI

Antonio Casale

 

 Il Movimento ecclesiale è l'avanguardia missionaria
per il mondo della cultura e delle professioni


 

La Consulta Diocesana dell'Apo­stolato dei laici (oggi si chiama "Consulta Diocesana delle Aggregazioni laicali")nasce nel 1987, per volontà di S. E.   Mons.   Luigi  Dili­genza, arcivescovo emerito di Capua sull’esempio della analoga Consulta Nazionale.  L’istituzione di  questo importante organismo diocesano fu certamente una delle iniziative più significative dell'imponente lavoro di adattamento al Concilio, avviato da Mons. Diligenza nella nostra Arcidiocesi.

La sua portata innovativa consi­steva essenzialmente  in due aspetti fondamentali: la valorizzazione del ruolo dei laici nelle scelte pastorali della diocesi e la modalità di partecipazione democratica con la quale essa doveva funzionare. Il primo aspetto, come sappiamo, costituisce un  tratto caratteristico e  peculiare del Concilio Vaticano II. Con esso la Chiesa ha riscoperto la vocazione propria dei laici                               

 

 che è  quella di "cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinan­dole secondo Dio" (Costituzione Lumen Gentium).  

Ad essi, dunque, è  affidato in modo speciale il compito di santificare il mondo creato rendendolo più cri­stiano nelle sue strutture e nei sistemi politici. Dal Concilio, quindi, i laici sono stati considerati membri della chiesa a pieno titolo. Condividono con essa lo scopo della santificazione, per un "più profondo legame degli uomini con Dio" (Catechismo della Chiesa Cat­tolica 775) agendo con libertà e respon­sabilità personale e non come agenti passivi della gerarchia ecclesiastica.

 

E’ difficile trovare disaccordo su queste belle enunciazioni di principio, ma nella prassi secolare delle nostre re­altà parrocchiali ancor oggi si trova qualche difficoltà a recepire questa im­portante novità del Concilio sia per la resistenza di alcuni presbiteri, sia per la impreparazione e la poca disponibilità dei laici stessi.

 
 

Rappresentazione sacra e concerto con il MEIC e la Corale degli Angeli Custodi. - 21 novembre 2004

 

Sulla base di queste considera­zioni la Consulta doveva  diventare uno stimolo a ripensare il ruolo dei laici nelle varie comunità ecclesiali ed of­frire allo stesso tempo percorsi di for­mazione dei singoli o delle aggrega­zioni nelle quali spesso si svolge la loro azione umana e cristiana più significativa.  Se è vero che la bontà di un’opera si vede dalla sua durata ed efficacia nel tempo, dobbiamo dire che l’istituzione della Consulta fu certamente una ini­ziativa ispirata dallo Spirito Santo.

Dal 1987 ad oggi sono trascorsi 20 anni e la sua attività non ha cono­sciuto soste o interruzioni di alcun tipo pur essendo un organismo retto esclusi­vamente da laici, pur col supporto del Vicario Generale per il laicato. La vita e l’organizzazione interna affidata completamente ai laici è infatti il secondo aspetto  che rende la Consulta un organo molto particolare nel panorama della complessa e variegata organizzazione diocesana.

Con lo statuto del 1987, modificato di recente da Sua Ecc. Mons. Bruno

Schettino,si stabilisce un’assemblea di delegati delle varie aggregazioni laicali che si riunisce perio­dicamente ed elegge al suo interno un presidente ed un consiglio di presidenza che gestisce la vita ordinaria della Con­sulta.

Attraverso questa organizzazione il Laicato, dunque, trova lo spazio più adeguato per esprimere la sua autono­mia e la sua vocazione a servizio della Chiesa. E’ una importante prerogativa, ma anche una grave responsabilità alla quale sono chiamate in particolare tutte quelle associazione e movimenti che hanno una lunga tradizione di impegno nei vari campi di attività del mondo moderno.


 

 

Il MEIC a servizio della Chiesa

Una tra queste è certamente il MEIC (movimento ecclesiale di impe­gno culturale) che Giovanni Paolo II nel messaggio all'Assemblea del giugno 2002, ebbe a definire "l'avanguardia missionaria per il mondo della cultura e delle professioni all'interno della grande famiglia dell'Azione Cattolica Italiana". Con i suoi tre delegati, l’ing. Luigi Russo, l’avv. Francesco Russo ed il Sig. Giuseppe Russo, il Meic ha garantito una presenza costante e signifi­cativa tanto da ricoprire per molti anni  il delicato compito della segreteria.

Accanto al presidente quella del segretario è una figura di primo piano per tessere la complessa trama dei rap­porti tra le oltre venti organizzazioni ecclesiali che compongono la Consulta. Ognuna di esse, infatti, ha una vita ed una tradizione proprie che non è semplice portare ad unità in vista di obiet­tivi e conquiste comuni.

         Nonostante ciò attraverso un lungo e paziente lavoro di contatto, di riunioni mensili, di veglie di preghiere e convegni annuali, manifestazioni pubbliche per la pace e la solidarietà, di approfondimento degli insegnamenti del magistero e di stesura di propri documenti di impegno e di lettura della realtà, la Consulta Diocesana è diven­tata oggi un sicuro punto di riferimento per il cammino di tutta la chiesa locale.    

        Tuttavia questo importante traguardo non è assicurato per sempre, ma necessita di una continua vigilanza ed un costante impegno per non disperdere il raccolto o interrompere la ricorrente stagione della semina. Oggi nuove e più delicate sfide attendono il laicato organizzato in un mondo sempre più ag­guerrito e secolarizzato  di fronte al quale non bastano scelte isolate e sforzi individuali, ma occorrono risposte complesse e strategie di insieme.

La Consulta è il luogo ideale per realizzare questa unità di intenti pur nella differente ricchezza dei carismi e delle realtà esistenti. Per far ciò occorre che tutte le comunità parrocchiali sentano fortemente questa ansia di unità e promuovano con la Consulta tutte quelle realtà diocesane che ne sono l’espressione più autentica e matura.

Un Convegno del MEIC